In un post pubblicato sul blog ufficiale dell’applicazione, WhatsApp informa i suoi utenti di un aggiornamento che diventerà effettivo il 12 novembre 2018 e che riguarda la memoria dell’applicazione.
WhatsApp, un po’ di storia e qualche curiosità
WhatsApp è senza dubbio l’applicazione di messaggistica istantanea più usata nel mondo. Creata nel 2009 da Brian Acton e Jan Koum, due ingegneri informatici ex dipendenti Yahoo!, fu inizialmente sviluppata per iOS e poi diffusa anche su Android e Windows Phone. Il nome deriva dall’unione di “What’s up?” (“Come va?”) ed App, come applicazione. Dal 2014 è stata acquisita da Facebook. A fine 2017, gli utenti attivi mensili hanno raggiunto quota 1,5 miliardi, e lo scorso 1° gennaio ha battuto la cifra record di 75 miliardi di messaggi di auguri scambiati per il nuovo anno.
Tutte le novità in arrivo
La principale riguarda lo spazio di archiviazione. Su ogni telefono sono contenute migliaia di foto, conversazioni, video e altri file che occupano la maggior parte della memoria sui nostri cellulari, rallentandone il funzionamento. Per questo, con il prossimo aggiornamento, tutte le chat più vecchie di 12 mesi non verranno più visualizzate. Lo spazio occupato si ridurrà, ma contemporaneamente verranno cancellati milioni di ricordi, che per gli utenti possono essere preziosi. Chi non vuole perdere questi dati, dovrà semplicemente eseguire un backup completo prima del 12 novembre 2018.
L’altro cambiamento non sarà molto gradito alla maggior parte degli utenti: a seguito del nuovo aggiornamento, infatti, le conversazioni WhatsApp non saranno più protette dalla crittografia end to end che finora consentiva agli utenti di interagire in maniera del tutto privata, senza che i messaggi fossero disponibili a chiunque altro. Ora invece anche terze parti potranno leggere i messaggi delle chat, a grave discapito della privacy.
Infine, sarà fortemente limitato il numero di inoltri contemporaneo degli stessi contenuti. Un cambiamento, o meglio stratagemma, necessario ad evitare il fastidioso fenomeno dello spam, cioè dell’invio di messaggi a scopo pubblicitario e talvolta fraudolento, che al contrario del precedente sarà certamente molto apprezzato.
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