In seguito allo scandalo dei profili utilizzati a scopo politico da Cambridge Analytica, i vertici di Facebook hanno varato una serie di iniziative per mettere gli utenti al riparo dalla manipolazione dei propri dati personali e per disincentivare la pubblicazione di notizie false e fuorvianti. Tra queste misure rientra un controllo molto più severo del News Feed, per individuare e bloccare le fake news, e adesso anche il lancio di una nuova tecnologia in grado di leggere il testo nelle immagini, dal momento che la disinformazione può essere veicolata anche attraverso foto e video fuorvianti.
Fact-checking di Facebook: cos’è e come funziona
In questi giorni i vertici dell’azienda di Zuckerberg hanno annunciato il lancio di un programma di fact-checking di foto e video, che in Italia sarà condotto in partnership con Pagella Politica.
Avvalendosi della collaborazione di aziende partner esterne, la piattaforma d’ora in poi controllerà l’attendibilità di tutti i contenuti che verranno condivisi. Se ad esempio una foto scattata ed utilizzata in passato e viene associata ad un avvenimento di attualità, oppure se un video viene tagliato o modificato, il fact-checking lì etichetterà come falsi e ne impedirà la pubblicazione.
“Negli ultimi due anni abbiamo fatto della lotta alla disinformazione una priorità – ha spiegato Antonia Woodford, Product Manager di Facebook – ad oggi, la maggior parte del controllo si è concentrato sulla revisione degli articoli. Ma abbiamo anche lavorato attivamente per costruire nuove tecnologie e partnership in modo da poter affrontare altre forme di disinformazione”.
Come già avviene per verificare le news, l’azienda ha costruito un modello di machine learning (apprendimento automatico) che utilizza vari parametri per identificare contenuti falsi, compreso il feedback degli utenti.
“Molti dei nostri partner di fact-checking hanno esperienza nella valutazione di foto e video e hanno una formazione in tecniche di verifica visiva, come la ricerca di immagini inversa e l’analisi di metadati”, ha proseguito la Woodford.
“I controllori sono in grado di valutare l’autenticità o meno di una foto o di un video combinando queste abilità con altre pratiche giornalistiche, come l’utilizzo di ricerche di esperti o agenzie governative”.
Tempi duri, quindi, per i divulgatori fake news: la sinergia tra l’intelligenza artificiale e il lavoro di analisi dei “fact-checkers” renderà quasi impossibile pubblicare bufale sul social.
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